Voci che corrono e si rincorrono sulle bocche dei lavoratori, orecchie che ascoltano senza realmente comprendere, notizie che vengono poi riportate in modo travisato, così nascono i falsi miti, le leggende metropolitane che col tempo diventano realtà e principi acquisiti.

Ma vediamo insieme i falsi miti più comuni tra i lavoratori.

La lettera di richiamo

I lavoratori comunemente sono intimoriti dal fatto di poter “prendere una lettera di richiamo”

La lettera di richiamo in realtà è già un provvedimento disciplinare che viene dopo.

Ma dopo cosa?

Nel momento in cui il lavoratore commette una mancanza, un inadempimento contrattuale, un’infrazione, il datore di lavoro è tenuto ad inviare una lettera al lavoratore.

Questa lettera è denominata lettera di contestazione. La lettera di contestazione, contesta, appunto, al lavoratore la mancanza o l’infrazione commessa.

Il lavoratore a quel punto ha diverse possibilità:

  • può decidere di non rispondere alla lettera di contestazione (assolutamente sconsigliato);
  • può rispondere da solo alla lettera di contestazione;
  • può farsi assistere e difendere da un sindacato.

Si hanno cinque giorni di tempo, in alcuni rari casi dieci, per potersi difendere. Il lavoratore può farlo in forma scritta o chiedendo un’audizione al datore di lavoro.

Solo successivamente, adesso sì, il datore di lavoro potrebbe erogare come sanzione disciplinare, una lettera di richiamo. Un richiamo scritto che è come una bacchettata da parte del datore di lavoro al lavoratore.

Tre lettere di contestazione e sei licenziato!

Anche questo è una falsa credenza. Le lettere di contestazione se prese per lo stesso motivo, nell’arco di due anni una dall’altra costituiscono recidiva, è vero. Ma ci sono casi in cui dopo l’accurata difesa del lavoratore da parte di un sindacato, le stesse possono essere archiviate e non generare alcun tipo di sanzione. Queste lettere è come se non fossero mai state scritte.

Ogni Contratto Collettivo Nazionale ha poi diversi gradi di sanzioni da comminare al lavoratore e il licenziamento è solo l’ultimo passo, a fronte di infrazioni gravi e colpose.

In pratica, se il lavoratore commette un’infrazione che è ritenuta assai grave, e che determina il deterioramento del rapporto fiduciario potrebbe essere licenziato anche con una sola lettera di contestazione, non sarebbe necessario inviarne tre.

Se, al contrario, le lettere di contestazione vengono emesse a fronte di infrazioni “leggere”, non è detto che ricevendone tre si venga per forza licenziati.

Non possono controllarmi mail e telefono

Sbagliato. Nel caso in cui il datore di lavoro fornisca al lavoratore mezzi quali telefono o computer aziendale, lo stesso ha facoltà di controllarne l’uso fatto dal lavoratore.

La casella mail, il computer o il telefono aziendale sono strumenti che il datore di lavoro mette a disposizione del lavoratore, in alcuni casi controllati da remoto, e che devono essere utilizzati dal lavoratore in modo idoneo all’espletamento dell’attività lavorativa.

Certamente il datore di lavoro non potrà licenziarci se utilizziamo il telefono aziendale o la mail aziendale in modo sporadico per uso personale, ma a fronte di un uso massivo dei mezzi aziendali a scopo personale il datore di lavoro potrà prendere provvedimenti nei nostri confronti se tale uso ci distoglie dai nostri doveri lavorativi.

Quindi attenzione, l’uso dei social o di siti non inerenti all’attività lavorativa comporta dei rischi, non commettiamo leggerezze che potremmo pagare care. E anche la Corte di Cassazione ha confermato con diverse sentenze che è diritto del datore di lavoro controllare gli strumenti aziendali che ci fornisce in uso.

Fuori dagli orari di malattia faccio quello che voglio

Purtroppo no.

Anche in questo caso diverse sentenze della Corte di Cassazione hanno ribadito che nonostante il lavoratore avesse tenuto comportamenti evidentemente non idonei allo stato di malattia fuori dalle fasce orarie di reperibilità, lo stesso può essere punito con la sanzione più aspra: il licenziamento.

Le fasce orarie di reperibilità per i lavoratori dipendenti di aziende private sono dalle ore 10 alle ore 12 e dalle ore 17 alle ore 19, ciò non significa che fuori da queste fasce orarie il lavoratore possa tenere comportamenti che sono evidentemente contrari ad uno stato di malattia in corso. Quando siamo in malattia, oltre ad esserlo per davvero, non dobbiamo postare sui social foto al mare…sarebbe evidente che c’è qualcosa che non quadra. I datori di lavoro sono molto attenti ultimamente alla vita social dei propri dipendenti, proprio perché è diventata abitudine, o meglio un vizio, postare sempre, comunque, in qualsiasi momento e qualsiasi cosa. Facciamo attenzione però, giustificarsi sostenendo che il post o la foto non sono state scattate nel giorno di malattia, spesso non è un rimedio sufficiente al danno fatto, e come già detto un comportamento di questo tipo può portare al licenziamento.

In infortunio non possono controllarmi

Anche questa convinzione è vera ma fino ad un certo punto.

In realtà quando siamo in infortunio non abbiamo l’obbligo della reperibilità come accade quando siamo in malattia, con le fasce orarie. L’INAIL infatti non ha medici legali, come l’Inps, che manda a casa dei lavoratori in infortunio per effettuare i controlli. Ragione per cui in effetti, la sensazione che ha il lavoratore è quella di poter fare quello che vuole senza alcuna forma di controllo.

Non è proprio così. L’INAIL infatti può provvedere a chiamare il lavoratore presso le proprie strutture territoriali per effettuare i controlli sullo stato di salute (e di infortunio) del lavoratore. Sono casi rari, ma può capitare. Pertanto se siamo in infortunio, va da sé, che non possiamo certamente partire per un viaggio…perchè se l’INAIL ci chiama dobbiamo rispondere e dobbiamo essere pronti a farci sottoporre a controllo.

Questi solo alcuni dei falsi miti, le classiche leggende metropolitane che i lavoratori si raccontano l’un l’altro.

Quello che noi riteniamo sia opportuno è farsi sempre seguire da un sindacato, che saprà fornire tutte le spiegazioni e saprà sfatare queste “leggende” che come abbiamo visto, in alcuni casi, possono essere molto pericolose